Ognuno di noi ogni giorno utilizza uno o più ascensori per svolgere le proprie attività quotidiane. Prende l’ascensore del condominio in cui abita per raggiungere il piano della propria abitazione, quello del centro commerciale per recarsi al negozio di interesse oppure l’ascensore dell’azienda per salire o scendere al proprio ufficio. E l’azione che compie è davvero semplice: preme un pulsante. Ne preme uno per chiamare l’ascensore e ne seleziona un altro per raggiungere il piano di interesse. Quindi basta davvero un nostro piccolissimo gesto per farci trasportare su e giù. Ma vi siete mai chiesti cosa succede nel “cervello” dell’ascensore, quando premiamo il pulsante di chiamata? Ve lo spieghiamo in questo articolo.
Noi premiamo un pulsante, aspettiamo qualche secondo che arrivi l’ascensore e appena si aprono le porte saliamo. Dopodiché, pigiamo il pulsante indicante il numero di piano che vogliamo raggiungere ed in pochi secondi veniamo trasportati magicamente a destinazione. Per noi, dunque, il funzionamento dell’ascensore è scontato e davvero semplice.
Ma non è lo stesso per l’ascensore. Il meccanismo che ne regola il comportamento è molto complesso perché si trova ogni volta a dover decidere a che piano fermarsi. Deve decidere se dare precedenza a una chiamata che viene da un piano più vicino o ad una chiamata che è stata fatta per prima, ma che proviene da un piano più lontano.
Ma quali sono i principali aspetti in base ai quali l’ascensore decide il da farsi?
Ci sono delle volte in cui il sistema decide di dare priorità al risparmio di energia, altre volte all’efficienza. In questo secondo caso predilige la velocità a scapito di maggiori consumi.
Tutte queste funzioni sono ancora più complesse in sistemi che comprendono più ascensori, come nei grattacieli o nei grandi hotel, dove ci sono quattro o cinque ascensori che servono gli stessi piani. In queste situazioni succede che più utenti che aspettano ad un piano premono i pulsanti di chiamata di tutti gli ascensori disponibili, rendendo la gestione dei flussi davvero molto difficile.
Un’altra cosa che forse non tutti sanno è che il sistema di funzionamento dell’ascensore non è stato sempre a chiamata, lo è diventato a partire dal 1965.
Prima di quella data, infatti, non si poteva chiedere all’ascensore di raggiungerci al piano ma quel che si poteva fare era soltanto attendere pazientemente che questo si fermasse al nostro piano. L’ascensore era simile a un autobus o a un treno della metro: faceva delle fermate stabilite e chi era presente alla fermata poteva salire.
Da quando però si è affermato il sistema a chiamata la nostra vita è migliorata e le attese si sono quasi annullate. Ma lo stesso non vale per l’ascensore. Tutto è diventato più complesso. Se arrivano due o più chiamate insieme come fa l’ascensore a scegliere dove andare? E se le chiamate arrivano da piani ugualmente lontani, come fa a capire chi ha la precedenza? Come prende le sue decisioni? Quali sono le regole che lo governano?
Le regole dell’ascensore sono solo due.
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Prima regola. Fino a che nell’ascensore c’è qualcuno che vuole andare nella direzione attuale, deve continuare ad andare in quella direzione.
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Seconda regola. Nel momento in cui sono state soddisfatte tutte le richieste nella direzione attuale, deve cambiare direzione in caso ci siano chiamate, altrimenti deve fermarsi e aspettare che arrivino nuove richieste.
Queste sono le regole di base che governano il funzionamento di un ascensore.
L’obiettivo del sistema è sempre quello di gestire gli spostamenti nel minor tempo possibile, di ridurre al minimo i consumi di energia e di fare attendere gli utenti il meno possibile.
Ma alcune volte le regole possono essere diverse. Ci può essere l’intervento di tecnici e ingegneri che stabiliscono delle priorità nei comportamenti dell’ascensore, che diventano poi le nuove regole alla base del suo funzionamento.
E sono gli stessi tecnici a stabilire come si debba comportare l’ascensore se improvvisamente si aprono le porte, se manca l’energia elettrica, se una parte meccanica ha un problema, e così via. Queste sono regole che esulano dall’intelligenza della macchina, che, però, sono altrettanto importanti perché riguardano la sicurezza degli utenti.
Ci sono addirittura comportamenti dell’ascensore che sono illogici ma che rendono soddisfatti e felici gli utenti. Un esempio? Se c’è da scegliere tra aspettare di più l’ascensore ma fare un viaggio breve e aspettare poco l’ascensore ma starci dentro più a lungo, gli utenti preferiscono quasi sempre la seconda. Anche se in totale il tempo per raggiungere il piano d’interesse sarà maggiore.
È una matematica statunitense Theresa Christy, dopo anni di progettazioni e analisi sul campo, a scoprire quanto tempo massimo può passare prima che il passeggero in attesa si spazientisca: quel lasso tra il momento in cui preme il pulsante della chiamata ed il momento in cui si aprono le porte. Sono 20 i secondi che un utente è disposto ad aspettare prima di spazientirsi. Ciò conferma che gli utenti sono ben disposti a fare viaggi più lunghi a patto che l’attesa sia breve.
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